Le Saline dello Stagnone

A nord di Marsala si apre un paesaggio di straordinaria bellezza e interesse storico-naturale: le Saline dello Stagnone. Si tratta di vasti bacini per l’estrazione del sale marino, situati lungo la Laguna dello Stagnone, un’area umida costiera di grande importanza ecologica. L’origine di queste saline è antichissima: furono i Fenici, oltre 2500 anni fa, i primi a impiantare in questa zona le vasche salanti, sfruttando l’eccezionale conformazione del luogo. La laguna dello Stagnone, infatti, è caratterizzata da acque basse e calde, protette dal mare aperto da una serie di isole, e con un clima particolarmente soleggiato e ventoso: condizioni ideali per far evaporare l’acqua marina e far cristallizzare il sale. Nel corso dei secoli, sotto Romani, Arabi e poi in epoca medievale e moderna, la produzione del cosiddetto oro bianco continuò a prosperare in queste vasche, diventando un’attività economica fondamentale per Marsala e Trapani. Ancora oggi, passeggiando tra i bacini rettangolari separati da sottili argini, si può quasi percepire il lavoro e la pazienza di generazioni di salinai che, con tecniche tramandate nei secoli, ricavano il sale dalla terra e dal mare. L’aspetto scenografico delle saline è arricchito dalla presenza di antichi mulini a vento, un tempo utilizzati per pompare l’acqua da una vasca all’altra e per macinare il sale: le loro pale, restaurate, punteggiano l’orizzonte e costituiscono un simbolo iconico di questo paesaggio.

Le saline dello Stagnone non sono solo un luogo di produzione, ma anche un ecosistema vivo e un’attrazione paesaggistica imperdibile. Durante la stagione della raccolta del sale, tra il mese di luglio e il mese di settembre, lo spettacolo è particolarmente suggestivo: mano a mano che l’acqua evapora, le vasche assumono sfumature che vanno dal rosa al rosso, grazie alla concentrazione di sali e alla presenza di microscopiche alghe, creando un contrasto cromatico straordinario con il bianco candido dei cumuli di sale che vengono ammonticchiati sulle banchine. Al tramonto, il sole calante trasforma la laguna in uno specchio dai riflessi dorati e rosati, offrendo uno dei panorami più romantici e fotografati della Sicilia occidentale. Non a caso, il regista Michelangelo Antonioni scelse proprio un tramonto sullo Stagnone come scena finale di un celebre documentario sulla Sicilia.

L’intera Laguna dello Stagnone è oggi una Riserva Naturale regionale, istituita per proteggere questo ambiente unico: tra le acque basse trovano rifugio numerose specie di uccelli migratori, tra cui aironi, garzette e i caratteristici fenicotteri rosa, spesso visibili intenti a cibarsi nelle vasche. Le saline stesse ospitano un piccolo museo del sale, dove i visitatori possono apprendere i metodi tradizionali di lavorazione, vedere da vicino gli attrezzi utilizzati e magari acquistare ottimo sale marino artigianale. Dal molo di Saltu, in località Infersa, partono inoltre le barche dirette all’isola di Mozia, attraversando la laguna in pochi minuti.

Visitare le Saline dello Stagnone significa quindi immergersi in un luogo sospeso tra natura e cultura: un paesaggio plasmato dall’uomo fin dall’antichità, che ha saputo però mantenere intatto il suo fascino selvaggio. Qui il tempo sembra scorrere con lentezza, cadenzato dal soffio del vento che muove i mulini e dal volo degli uccelli: un’esperienza che regala viste mozzafiato e al contempo racconta un capitolo importante della storia produttiva di Marsala e della civiltà mediterranea.

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