Ex Chiesa di San Giovannello

La ex Chiesa di San Giovannello sorge nel centro storico di Marsala, in via Andrea D’Anna, a poca distanza dalla Chiesa Madre (Duomo). Fu costruita nel XIV secolo per volontà della famiglia Chiaramonte e originariamente intitolata a San Giovanni Battista Decollato. Di dimensioni più ridotte rispetto all’omonima chiesa maggiore situata fuori dalle mura cittadine (sul lungomare Boeo), venne popolarmente chiamata “San Giovannello” per distinguerla dalla chiesa più grande. Nel 1441 l’edificio fu affidato alla Confraternita di San Giovanni, e agli inizi del diciottesimo secolo passò sotto la tutela dell’Arte dei Barbieri, l’antica corporazione dei barbieri cittadini. Tra il seicento e il settecento, l’interno subì un radicale rinnovamento in stile barocco, con l’apertura di due piccole cappelle laterali nello spessore dei muri e l’aggiunta di ricche decorazioni a stucco (cornici, cartigli e motivi floreali) tipiche dell’epoca.

 

La storia della chiesa cambiò drasticamente nel millenovecentoquarantatre: durante il bombardamento alleato dell’11 maggio, l’edificio fu gravemente danneggiato. L’esplosione causò il crollo totale della zona absidale e di ampie porzioni delle mura perimetrali; il tetto andò perduto, lasciando l’interno esposto alle intemperie. Già prima della guerra, la chiesa aveva attraversato un periodo di decadenza e disuso: nel corso dell’ottocento era stata sconsacrata e ceduta dal Comune in affitto a privati, passando poi di proprietà all’Ospedale Civico San Biagio e infine all’ASL locale.

 

Ridotta a rudere nel dopoguerra, la chiesa rimase abbandonata per decenni, con i pochi elementi superstiti, come il pregevole portale gotico, lasciati in balia del degrado. Solo negli ultimi anni è stato avviato un progetto organico di recupero e valorizzazione. Già negli anni cinquanta, l’architetto marsalese Domenico Nuzzo aveva eseguito un primo intervento, catalogando e smontando i conci del portale trecentesco per ricostruirlo in futuro, ma i lavori si interruppero presto. Decenni dopo, nel 2018, il Comune ha incaricato suo figlio, l’architetto Giovanni Nuzzo, di portare a termine il restauro e restituire l’antico edificio alla città.

 

L’intervento, completato nel duemilaventi, ha consolidato le strutture originali rimaste e integrato le parti mancanti con soluzioni contemporanee di grande impatto visivo. L’elegante portale gotico-chiaramontano sulla facciata è stato ricomposto e completato mediante una fusione in bronzo, che riempie le lacune dell’arco ogivale in modo riconoscibile ma rispettoso della storicità dell’edificio. Dove le mura perimetrali erano crollate, sono stati inseriti sottili pannelli verticali in acciaio corten, posti uno accanto all’altro per suggerire il volume delle pareti scomparse. Questi elementi metallici, dal caratteristico colore bruno ruggine, creano un interessante contrasto con la pietra antica e presentano aperture che permettono ai visitatori di intravedere l’interno dall’esterno. In fondo alla navata, al posto dell’abside distrutta, una grande parete curva in corten rievoca la sua forma semicircolare originale, fungendo anche da sfondo scenografico per le attività ospitate.

 

Oggi la ex Chiesa di San Giovannello è rinata come spazio culturale a cielo aperto. La suggestiva fusione tra le strutture antiche e gli elementi moderni la rende una location perfetta per eventi socio-culturali: vi si organizzano mostre d’arte, presentazioni letterarie, concerti di musica da camera e altre manifestazioni della vita culturale marsalese. I resti dell’edificio, a lungo dimenticati, hanno così trovato nuova vita come luogo di incontro e creatività, in cui la comunità può riunirsi immersa in secoli di storia. Gli ambienti annessi alla chiesa, un tempo utilizzati come sagrestia, sono stati riqualificati per ospitare servizi di supporto, rendendo il complesso funzionale e adatto ad accogliere il pubblico durante gli eventi.

 

Dal punto di vista turistico, la ex Chiesa di San Giovannello offre un’esperienza di visita unica e suggestiva. Entrando, si può ammirare da vicino il portale gotico trecentesco finemente scolpito e, alzando lo sguardo, vedere il cielo dove un tempo si ergeva la copertura: una visione emozionante che enfatizza il carattere “a cielo aperto” del sito. Le tracce delle decorazioni barocche rimaste sulle pareti, unite ai nuovi inserti in corten e bronzo, raccontano visivamente la storia stratificata dell’edificio, dal medioevo all’epoca contemporanea.

 

Di sera, un sistema di illuminazione artistica valorizza i dettagli architettonici e proietta fasci di luce tra i pannelli in corten, invitando i passanti a curiosare all’interno.

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